Copertina del libro "La metodologia di accoglienza dei centri antiviolenza D.i.Re. Spunti e suggerimenti nel lavoro con donne migranti richiedenti asilo e rifugiate"

In questa pagina è disponibile il volume La metodologia di accoglienza dei centri antiviolenza D.i.Re. Spunti e suggerimenti nel lavoro con donne migranti richiedenti asilo e rifugiate realizzata dal progetto Leaving violence. Living safe per supportare il lavoro dei centri antiviolenza della rete D.i.Re che sempre più di frequente accolgono donne migranti richiedenti asilo e rifugiate.

Fin dal suo inizio il progetto Leaving violence. Living safe realizzato da D.i.Re – Donne in rete contro la violenza in partnership con UNHCR, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha guardato alla metodologia dei centri antiviolenza per individuare come essa andava adattandosi nel rispondere ai bisogni specifici di donne e ragazze migranti richiedenti asilo e rifugiate che hanno subito violenza.

L’inserimento delle mediatrici culturali nelle équipe dei centri antiviolenza ha trasformato i percorsi di fuoriuscita dalla violenza costruiti insieme alle donne accolte anche in un viaggio di conoscenza reciproca tra contesti culturali diversi, un percorso che assomiglia a quello che accade nella vita di chi lascia il proprio paese d’origine e si trova – per scelta o per sorte – a costruire il proprio futuro in un altro paese.

Per supportare il lavoro dei centri antiviolenza D.i.Re con donne migranti richiedenti asilo e rifugiate è stata costruita dunque una possibile analisi che non ha la pretesa di essere universale ed esaustiva, ma che si nutre delle osservazioni, riflessioni e scoperte di tutte le operatrici, mediatrici culturali ed esperte che hanno realizzato il progetto nel suo complesso, partecipando a workshop, corsi di formazione, incontri di rete nei territori, e soprattutto accogliendo e supportando donne migranti richiedenti asilo e rifugiate sopravvissute alla violenza.

Autrici del testo sono Iliana Ciulla, dell’associazione Le Onde di Palermo,  Celina Frondizi, del centro antiviolenza Ananke di Pescara, Carmen Klinger, del centro antiviolenza Olympia de Gouges di Grosseto, Elisa Serafini e Valentina Torri, di Pronto donna di Arezzo.

Il manuale è stato ideato – nella sua struttura e nei contenuti chiave che avrebbe dovuto affrontare – nel corso di un laboratorio  realizzato nel 2019 che ha visto la partecipazione di tutte le operatrici e mediatrici coinvolte nel progetto. L’ideazione grafica e l’impaginazione sono state realizzate da Cristina Chiappini.

Nelle prime quattro unità – dedicate rispettivamente a Bisogni, Verità, Paura e Fiducia – si è tentato di decostruire questi concetti dal punto di vista sia delle donne richiedenti asilo e rifugiate che delle operatrici e mediatrici culturali alle quali è affidata la costruzione del percorso individuale di fuoriuscita dalla violenza.

Nelle successive quattro unità – Il prima, Lo spazio, L’équipe, Il dopo – si è cercato di mettere a fuoco gli elementi chiave del lavoro con donne richiedenti asilo e rifugiate a partire dalla metodologia di accoglienza dei centri antiviolenza D.i.Re. Una metodologia femminista, incentrata sulla relazione tra donne, che viene messa alla prova di un assetto di lavoro nuovo con l’ingresso della mediatrice culturale e con la relazione con istituzioni e soggetti nuovi, a cominciare dalla Commissione territoriale per la protezione internazionale e dal sistema di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati/e.

Il volume è completato da alcune schede di approfondimento, che offrono: un quadro delle disposizioni sulla protezione internazionale e il sistema di accoglienza; un modello di scheda di accoglienza dei centri antiviolenza adattato alle donne richiedenti asilo e rifugiate; una lista dei più comuni stereotipi che agiscono, a volte inconsapevolmente, nelle relazioni con donne richiedenti asilo e rifugiate; e una rappresentazione dei pensieri che possono celarsi dietro le parole scambiate in un colloquio.

Alla fine del volume ci sono alcune pagine bianche, destinate ad accogliere annotazioni, riflessioni e critiche di ciascuna operatrice e mediatrice culturale che ne avrà fatto uso. L’invito è a considerarlo dunque come un work in progress, un ulteriore passo del cammino intrapreso dalla rete D.i.Re per dare cittadinanza, libertà e diritti a tutte le donne.