Leaving violence. Living safe è un progetto realizzato da D.i.Re – Donne in rete contro la violenza in partnership con UNHCR, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.

Il progetto nasce a seguito della ricerca Progetto Samira. Per un’accoglienza competente e tempestiva di donne e ragazze straniere in situazione di violenza e di tratta in arrivo in Italia, realizzata da D.i.Re nel 2016, e dei due progetti pilota realizzati nel 2017 e 2018, sempre in partnership con UNHCR, con il titolo Ensuring meaningful access to service to asylum seeking and refugee women and girls.

Living violence. Living safe perché

Moltissime delle donne richiedenti asilo e rifugiate, in particolare coloro che sono arrivate dopo aver attraversato la Libia, hanno alle spalle esperienze di violenza multiple. Sono donne e ragazze che si sono sottratte ad abusi e violenze nel loro paese di origine, pensando che emigrare fosse l’unica possibilità per costruirsi una vita su misura dei propri desideri.

Sono donne che lungo il viaggio sono state rapite, vendute, hanno subito torture, deprivazioni, stupri, anche di gruppo; che sono state tenute segregate senza luce né cibo, costrette a prostituirsi o ridotte in schiavitù per dei mesi, prima di riuscire a trovare il denaro sufficiente per proseguire il viaggio. Sono donne che spesso continuano a subire violenza anche in Italia, magari dal partner, e che faticano a riconoscere il proprio diritto a vivere una vita libere dalla violenza maschile. Sono donne che spesso vorrebbero solo “andare avanti”, “fare la mia vita”, archiviando nella memoria le esperienze vissute, ma che sono invece costrette a riviverle nella narrazione ripetuta per ottenere la protezione internazionale.

Il progetto Leaving violence. Living safe è stato avviato (inizialmente con un altro titolo) nel 2018 per imparare ad accoglierle, creare un contesto di fiducia in cui far emergere il racconto della violenza e insieme costruire il percorso verso l’autonomia futura, come sempre fanno i centri antiviolenza D.i.Re, confrontandosi con modi diversi di esprimere le emozioni, di stabilire le priorità, di pensarsi come donne. Operatrici, mediatrici culturali, avvocate ed esperte dei centri antiviolenza D.i.Re sono impegnate affinché sia possibile per tutte le donne migranti richiedenti asilo lasciare dietro di sé la violenza – Leaving violence – per poter vivere sicure – Living safe.

Le azioni di Leaving violence. Living safe

  • Formazione e inserimento di mediatrici culturali e operatrici dedicate per periodi di tempo specifici nei centri antiviolenza coinvolti: i corsi realizzati sono rivolti sia a mediatrici culturali, per approfondire la tematica della violenza di genere e la metodologia di lavoro dei centri antiviolenza D.i.Re, sia alle operatrici dei centri antiviolenza, per ampliare la conoscenza dei vissuti delle donne migranti richiedenti asilo e rifugiate e rafforzare il lavoro in équipe con le mediatrici culturali. Nel corso del 2020, a causa della pandemia Covid19, i corsi sono realizzati parzialmente online;
  • Costruzione di reti territoriali per connettere enti e strutture del sistema di accoglienza per migranti richiedenti asilo e rifugiate con i centri antiviolenza e gli altri organismi del territorio che intervengono sulla violenza contro le donne, due sistemi che finora hanno collaborato solo sporadicamente, e quasi sempre esclusivamente con riferimento all’emersione della tratta;
  • Linee guida sulla metodologia di accoglienza e fuoriuscita dalla violenza dei centri D.i.Re a partire dall’esperienza maturata attraverso il progetto dai centri antiviolenza coinvolti, nella costruzione di percorsi di fuoriuscita dalla violenza su misura dei bisogni di donne migranti richiedenti asilo e rifugiate;
  • Outreach verso le donne richiedenti asilo e rifugiate sia nei contesti organizzati che nei contesti informali ad opera delle operatrici e mediatrici dei centri antiviolenza coinvolti nel progetto, per diffondere la conoscenza sul supporto offerto e facilitare il contatto da parte delle donne che hanno subito o sono in situazioni di violenza;
  • Advocacy verso le istituzioni internazionali, nazionali e locali, con l’obiettivo di evidenziare la specifica condizione di donne migranti richiedenti asilo e rifugiate e promuovere iniziative volte a migliorarla, compresa la produzione di video per sensibilizzare il pubblico attraverso i media e i social network.